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Gennaio 2015 |
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Febbraio 2015 |
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Marzo 2015 |
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Aprile 2015 |
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Maggio 2015 |
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Caro Pipetta,
ogni volta che ci incontriamo tu mi dici che se tutti i preti fossero come me, allora…
Lo dici perché tra noi due ci siamo sempre intesi anche se te della scomunica te ne freghi e se dei miei fratelli preti ne faresti volentieri polpette. Tu dici che ci siamo intesi perché t’ho dato ragione mille volte in mille tue ragioni.
Ma dimmi Pipetta, m’hai inteso davvero?
È un caso, sai, che tu mi trovi a lottare con te contro i signori. San Paolo non faceva così.
E quel caso è stato quel 18 aprile che ha sconfitto insieme ai tuoi torti anche le tue ragioni. È solo perché ho avuto la disgrazia di vincere che…
Mi piego, Pipetta, a soffrire con te delle ingiustizie. Ma credi, mi piego con ripugnanza. Lascia che te lo dica a te solo. Che me ne sarebbe importato a me della tua miseria?
Se vincevi te, credimi Pipetta, io non sarei più stato dalla tua. Ti manca il pane? Che vuoi che me ne importasse a me, quando avevo la coscienza pulita di non averne più di te, che vuoi che me ne importasse a me che vorrei parlarti solo di quell’altro Pane che tu dal giorno che tornasti da prigioniero e venisti colla tua mamma a prenderlo non m’hai più chiesto.
Pipetta, tutto passa. Per chi muore piagato sull’uscio dei ricchi, di là c’è il Pane di Dio.
È solo questo che il mio Signore m’aveva detto di dirti. È la storia che mi s’è buttata contro, è il 18 aprile che ha guastato tutto, è stato il vincere la mia grande sconfitta.
Ora che il ricco t’ha vinto col mio aiuto mi tocca dirti che hai ragione, mi tocca scendere accanto a te a combattere il ricco.
Ma non me lo dire per questo, Pipetta, ch’io sono l’unico prete a posto. Tu credi di farmi piacere. E invece strofini sale sulla mia ferita.
E se la storia non mi si fosse buttata contro, se il 18… non m’avresti mai veduto scendere là in basso, a combattere contro i ricchi.
Hai ragione, sì, hai ragione, tra te e i ricchi sarai sempre te povero a aver ragione.
Anche quando avrai il torto di impugnare le armi ti darò ragione.
Ma come è poca parola questa che tu m’hai fatto dire. Come è poco capace di aprirti il Paradiso questa frase giusta che tu m’hai fatto dire. Pipetta, fratello, quando per ogni tua miseria io patirò due miserie, quando per ogni tua sconfitta io patirò due sconfitte, Pipetta quel giorno, lascia che te lo dica subito, io non ti dirò più come dico ora: «Hai ragione». Quel giorno finalmente potrò riaprire la bocca all’unico grido di vittoria degno d’un sacerdote di Cristo: «Pipetta hai torto. Beati i poveri perché il Regno dei Cieli è loro».
Ma il giorno che avremo sfondata insieme la cancellata di qualche parco, installata insieme la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordatene Pipetta, non ti fidar di me, quel giorno io ti tradirò.
Quel giorno io non resterò là con te. Io tornerò nella tua casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te davanti al mio Signore crocifisso. Quando tu non avrai più fame né sete, ricordatene Pipetta, non ti fidar di me, quel giorno io ti tradirò. Quel giorno finalmente potrò cantare l’unico grido di vittoria degno di un sacerdote di Cristo: “Beati i … fame e sete”.
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"Mi piacerebbe che quelli come me riflettessero sulla trombonaggine di certe pretese. Mi piacerebbe che la finissero di attribuirsi premi e prestigio, i soliti noti che pullulano nelle pieghe dell'immobilismo italiano. Io sono uno dei soliti noti. Bisogna togliergli l'Italia, dice Matteo Renzi. Ha ragione, mi dico"
Giuliano Ferrara - 2015
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Domenica 25, la Propositura di S. Felice a Ema, ha festeggiato la ricorrenza di S. Felice Santo Patrono.
La S. Messa solenne è stata celebrata da Mons.Luigi Oropallo preposto e parroco del Santuario della Basilica di Santa Maria dell’Impruneta.
S.Felice: Audio 1 - Audio 2
Foto ed altro sul sito parrocchiale
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Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica
Dedicato al Movimento 5 Stelle

La libertà
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Il GRIGIUME DELLA POLITICA
La verità del salto dal Nazareno al Colle

La fonte è autorevole, ma è di parte. Non gioisce nel profondo del suo cuore per la morte del patto del Nazareno e sostiene che nel fatto che ha scatenato la rottura dell’accordo- la scelta del candidato per il Quirinale, Matteo Renzi non aveva tutti i torti. Con questa premessa ecco la versione inedita di quel che sarebbe accaduto portando alla clamorosa rottura. L’antefatto sarebbe avvenuto a palazzo Grazioli, dove Silvio Berlusconi ha invitato a pranzo a metà gennaio Nunzia De Girolamo (Ncd) e il suo consorte, Francesco Boccia (Pd). Un incontro conviviale all’interno di un rapporto di amicizia mai interrotto, forse anche tappa importante sulla strada di un riavvicinamento politico. Inevitabile che a quella data a tavola il discorso cadesse sul Quirinale. Berlusconi ha subito spiegato di avere un accordo piuttosto avanzato con Renzi e con Angelino Alfano sulla candidatura di Giuliano Amato. Ma ha aggiunto di avere timori sulla tenuta del Pd, visto che si favoleggiava su eserciti di franchi tiratori. Lui avrebbe voluto avere rassicurazioni, e in fondo Boccia era lì anche per sondare la vera pancia del partito. Il marito di Nunzia si è offerto di farsi mediatore per un contatto con Massimo D’Alema, probabilmente il leader ombra della minoranza Pd. Boccia l’ha chiamato e ha passato il telefono a Berlusconi. D’Alema ha esordito frizzante: “Silvio, dopo tanti anni, non è il caso di darsi del tu?”. Il colloquio non è stato manco lungo. Ed è finito nel migliore dei modi. “Nessuno scherzo, tranquillo. A noi Amato va benissimo, è il candidato ideale”. Alla telefonata hanno assistito non pochi astanti, e soprattutto qualcuno di loro non è riuscito a tenersi il classico cecio in bocca. Fatto sta che la voce si è diffusa ed è arrivata allo stesso Renzi. Che attraverso canali terzi ha cercato di verificare l’episodio. Ricevendo rassicurazioni: “Ma no, è falso. Del tutto inventato”.
Si è arrivati così al famoso incontro decisivo a palazzo Chigi. Quando Berlusconi è arrivato, Renzi è andato subito all’attacco: “tu hai cercato un patto su Amato con la minoranza del mio partito. E l’hai fatto con D’Alema”. Imbarazzato il leader di Forza Italia ha provato a negare: “Ma no… D’Alema lo avrò sentito solo al telefono una volta nelle ultime settimane”. Per Renzi è stata una ammissione vera e propria. Ed è andato all’attacco: “E’ stato un gesto scorretto. La minoranza del mio partito è un problema mio, non tuo. Bene, adesso Amato via dal tavolo, non esiste più”.
Ed è così che è arrivata la proposta di Sergio Mattarella con la formula “prendere o lasciare”, sia pure edulcorata dall’eloquio renziano: “siccome la minoranza del Pd è affare mio, ho risolto io il problema. E ti propongo Mattarella, che va bene a tutto il Pd, e che non umilia te, perchè non è mai stato un tuo avversario diretto e so che hai manifestato pure un gradimento sulla persona quando il suo nome ti è arrivato un una rosa di candidabili”. Così sarebbe andata. E seguendo il filo di questa versione, si comprenderebbe meglio quel breve colloquio avvenuto fra Renzi e Berlusconi durante il ricevimento di Mattarella al Quirinale. Con Silvio che dice a Matteo: “sei stato birichino…”, e l’altro che gli risponde: “più birichino tu…”.
Imbeccata di Franco Bechis
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Anonymous attacca gli account Isis

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Domenica 22 Marzo, nella chiesa di S.Felice a Ema, cerimonia di inaugurazione del restauro della Capella della SS.Annunziata, sede della Compagnia

“La celebrazione di questo giorno era un traguardo insperato al momento dell’inizio dei lavori eppure è stato raggiunto grazie alla generosità del popolo di San Felice a Ema, all’aiuto dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e alla CEI.
Questo giorno vogliamo gioire per una meta raggiunta, ma soprattutto desideriamo ricordare ogni persona che nel cielo attende da noi una preghiera, perché per questo scopo si radunava la Compagnia che ha fondato la Cappella della Santissima Annunziata”
(don Floriano)
Don Flo, posso risponderti?
Doverose le tue considerazioni, soprattutto i ringraziamenti per i “generosi contributi”, ma io, o noi, popolo di San Felice a Ema, abbiamo anche altro per gioire. Intanto non era un traguardo insperato il restauro della disastrata Cappella, ma una vera speranza, anche se molto lontana, che però non ci abbandonava. In questi giorni hai chiesto alla Paola se credeva nella Provvidenza, che infatti vi aveva subito ascoltato, e tu sai di cosa parlo.
Don Flo, sai bene che io sono uno che non le mando a dir dietro (purtroppo è un difetto/qualità che mi son scoperto da vecchietto. E allora OK!
Sì che crediamo nella Provvidenza! Che cristiani saremmo sennò? ma noi e te stiamo mirando due Provvidenze diverse, tu La vedi nella generosità di un popolo o di un ente, noi invece La ringraziamo per aver provveduto ad inviarci un parroco come te.
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Porro intervista Roberto Gervaso

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FFinalmente un tedesco europeo e addirittura simpatico

Entusiasmo ed emozione a Maranello
Sebastian Vettel, a Maranello, ha festeggiato con i i dipendenti della Ferrari la vittoria nel Gran Premio della Malesia
«Domenica notte ho voluto festeggiare coi meccanici e ho detto loro: grazie mille, ma io voglio essere uno di voi, né più né meno. Io sono parte della squadra e anche se in pista sono da solo, so che in realtà non lo sono mai, perché sono sempre con voi»
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E allora: via libera ai clandestini?!

Turni "troppo faticosi" per lavorare all'Expo: 8 giovani su 10 rifiutano il posto
Un'estate di lavoro all'Expo, sei mesi di contratto, oltre 1.300 euro al mese. Bello no? Invece 8 giovani su 10 (l'offerta era per under 29) hanno rifiutato il posto: turni scomodi, sabati e domeniche, tempo determinato
A fare da contraltare a questa realtà ci sono poi migliaia di giovani che hanno aderito con entusiasmo alla proposta di due settimane di volontariato all’interno del sito di Expo, per fare accoglienza. Una scelta che è stata contestata dai gruppi No Expo, secondo i quali si tratta di lavoro mascherato“
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30 Aprile
Bocelli e Fedez: a chi troppo e a chi poco

alla vostra sensibilità i termini di paragone: Bocelli - Fedez
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Per Crocifisso:
Senegalese aggredisce ragazzina

A Terni: 12enne italiana aggredita da un compagno di classe, senegalese, perché portava una collana con crocifisso: guaribile in 20 giorni. Il senegalese, dopo averle intimato più volte di toglierla, ha colpito la bambina con un colpo di karate che l'ha quasi tramortita. La madre della studentessa è immediatamente intervenuta e ha bloccato il giovane che, sentito dai CC, ha ammesso l’aggressione perché la bambina portava il crocifisso al collo. L’africano, che aveva iniziato a frequentare la scuola una ventina di giorni fa, l'aveva presa di mira, con insulti e altre aggressioni, proprio a causa del crocifisso.
Presidenta Boldrini! il ragazzo si è perfettamente integrato
O tempora, o mores
Io invece, ormai, rimango ancorato a vecchi retaggi, che erano e sono questi. Presidenta, prima o poi finirò in galera.
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